Pagine Zen 133

maggio / agosto 2024
“Dipinto di attività femminili - bonsai”, 1905, collezione privata. Chikanobu “Bonsai” da Fujin Shoreishiki no zu (Etichetta femminile), trittico – 1905
Sommario
  • Il bonsai nel Giappone di periodo Meiji
  • 如幻 Nyogen Come un sogno
  • Sulla via dello Zen e dell'arte marziale La mia esperienza
  • Sulle tracce della divinità cinese
  • Neko mon amour Il gatto e il Giappone
  • Emaki Un breve profilo storico
  • Quando gli animali parlano Antropomorfismo e censura nel periodo Edo
  • Il complesso tombale coreano di Koguryŏ
  • Ikebana svelato
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Quando gli animali parlano

Scritto da Giulia Cappello -
Quando gli animali parlano

Nel periodo Edo, il legame tra lo shogunato Tokugawa (1603-1868) e lo sviluppo delle stampe xilografiche come mezzo di espressione artistica era molto forte ed era particolarmente legato alla serie di leggi repressive e agli editti che lo stesso shogunato emetteva allo scopo di controllare il pubblico.

Nell'ambito della cultura popolare, lo shogunato Tokugawa aveva svolto un ruolo essenziale nell'affermazione del mondo fluttuante, ponendo fine a un periodo di guerre sanguinose e favorendo lo sviluppo della classe mercantile e dell'arte a essa associata. D'altra parte, lo scopo principale del governo era quello di salvaguardare il proprio potere e l'ordine sociale, e per raggiungere questo obiettivo ricorreva ad un rigido controllo della vita dei cittadini...

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Pagine Zen 129

gennaio / aprile 2023
Torii Kiyohiro (attivo circa 1737–76), Cinque popolari attori nel ruolo dei Cinque Otokodate in "Ume Wakana Futaba Soga”, stampa da matrice di legno, 1755. Esempio di machiyakko.
Sommario
  • I kabukimono Ho vissuto troppo a lungo! Eccesso e provocazione nel Giappone del XVII secolo
  • Yóu yú yì 游於藝 Godere le arti
  • Suzuki Shōsan (1579 - 1655) Lo Zen e l’ideale del guerriero
  • Pregiate sonorità Gli strumenti musicali del teatro nō nella collezione del Museo d’Arte Orientale di Venezia
  • Nihon fūzokue Mode e luoghi nelle immagini del Giappone Edo-Meiji. Le silografie policrome della collezione Coronini / Cronberg di Gorizia
  • La Corte coreana tra luce e oscurità La Principessa Hyegyǒng e le cronache del sangue versato (Hanjung-nok, 한중록)
  • Il pattinaggio artistico su ghiaccio in Cina Origine e evoluzione
  • Kyōto Butoh-kan Il primo teatro al mondo dedicato alla danza butō
  • Lo Shaolin Kung Fu La modernità (seconda e ultima parte)
  • Yōkai Le antiche stampe dei mostri giapponesi
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I kabukimono

Scritto da Rossella Marangoni -
I kabukimono

Inalberavano spade dalle lunghe lame, custodite in sgargianti foderi su cui a volte facevano incidere motti provocatori. Incedevano per le strade delle città muovendosi con gesti magniloquenti, atteggiamenti volgari e strafottenti, in gruppi chiassosi. Si dicevano leali e giusti e non si tiravano indietro neppure davanti alle autorità. Professavano uno spirito cavalleresco (ninkyō 任俠). Erano a volte guerrieri di basso rango, a volte rōnin, a volte addirittura rampolli di famiglie di mercanti: erano chiamati kabukimono かぶき者 (da kabuku かぶく, “inclinare”, “essere storti” e mono 者, “individuo”) ma erano anche definiti hatamotoyakko 旗本奴 nel caso fossero di ascendenza samuraica, machiyakko 町奴, nel caso di un’origine mercantile.

Dal punto di vista legale, ossia dall’ottica dell’autorità shogunale che cercava di arginare il fenomeno augurandosi prima o poi di cancellarlo, l’unica caratteristica capace di definire questi individui era...

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Pagine Zen 127

maggio / agosto 2022
Endo Genkan. Chanoyu hyōrin (vol. 2). Ed. Izumiya Yamaguchi Mohē, Kyoto 1697. Particolare.
Sommario
  • Chabana Il cuore dei fiori per la cerimonia del tè
  • Fenice 鳳
  • La poesia senza tempo di Li Quingzhao 李清照
  • Il chōken del Museo d’Arte Orientale di Venezia
  • L'illuminazione esiste solo nella dimensione dell'illusione
  • Alla moda di Edo L’abbigliamento maschile nel Giappone di periodo Tokugawa
  • I mostri del notturno giapponese
  • La sublime delicatezza della pittura coreana
  • Lo Shintō, la donna, la miko.
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Alla moda di Edo

Scritto da Rossella Marangoni -
Alla moda di Edo

Verso la metà del XVI secolo, con l’ascesa - in seguito alle guerre civili - di una nuova classe di guerrieri che sente il bisogno di ostentare il potere appena raggiunto e la nuova ricchezza, si inizia ad apprezzare la novità, e, per quanto riguarda l’abbigliamento maschile, la decorazione si arricchisce, e le forme si diversificano.

La moda di periodo Tokugawa (1603-1858), vede l'assimilazione dello stile cerimoniale della corte imperiale da parte della corte shogunale di Edo e l'elaborazione di nuovi codici di abbigliamento, in primis la predilezione per il kosode, da parte della classe mercantile, confucianamente disprezzata, ma che ora gode di un forte potere economico.

È in questo periodo, dunque, che il kosode (lett. “maniche piccole”, ossia strette) esce allo scoperto. Il kosode era sempre rimasto nascosto sotto altri capi di abbigliamento, uno strato inferiore dalla foggia di una dritta veste kimonoide con maniche dall’apertura in parte cucita, che si rivelò quale tenuta più comoda per una vita più dinamica e che a poco a poco si era trasformato da capo di abbigliamento intimo in veste esterna, sia per le donne che per gli uomini, annullando quella differenziazione di genere che fino ad allora aveva caratterizzato l’abbigliamento...

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Pagine Zen 126

gennaio / aprile 2022
Rielaborazione da: Yōshū (Hashimoto) Chikanobu (1838–1912), “Nihon shinnō onna sannomiya (La Terza Principessa e Kashiwagi, dal cap. 34 del Genji monogatari)”, xilografia formato trittico, particolare, 1890, MET New York, OA , pubblico dominio.
Sommario
  • Una raffinata eleganza L’abbigliamento maschile di corte nel Giappone di epoca Heian
  • Tansei Kimei 天晴地明 Se il cielo è sereno, la terra è illuminata
  • Miyamoto Musashi Il lato spirituale del combattimento
  • Meisho d'oltremare Vedute del Lago Occidentale
  • Attraversando la letteratura Song
  • T'al, T'allori e T'alch'um La dimensione ritualistica delle maschere coreane
  • Il gioco del Go La sua diffusione
  • Fantasmi e guerrieri Giustizia e vendetta nell’immaginario giapponese
  • Il Tè Dalla Cina: storia, leggenda, estetica (seconda e ultima parte)
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Pagine Zen 123

gennaio / aprile 2021
Per questa immagine si ringrazia Miyamoto Unosuke Shoten (C)
Sommario
  • Taiko Monogatari Storie di costruzione
  • 清風徐来 La fresca brezza arriva lentamente
  • Kuki Shūzō: Iki o l’estetica della singolarità
  • Kokeshi Il Tōhoku fra tradizione e design
  • Dalla necessità alla bellezza Un’indagine su “Mottainai” (seconda parte)
  • Tra antenati e legami perduti Incontri con le itako del Tōhoku (prima parte)
  • Scorci di Kyōto Tre opere inedite di Hōen nella collezione del Museo d'Arte Orientale di Venezia
  • Il tavolo del letterato cinese (seconda e ultima parte)
  • L'influenza del teatro Kabuki sull'Ukiyo-e
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L'influenza del teatro Kabuki sull'Ukiyo-e

Scritto da Paolo Linetti -
L'influenza del teatro Kabuki sull'Ukiyo-e

L'Ukiyo 浮世絵 è uno stile di vita e una nuova cultura che iniziò a delinearsi nel periodo Edo (1603-1868), sviluppando delle tematiche sempre più distintive col passare dei secoli.

Il termine Ukiyo nacque in seno alla classe borghese in contrapposizione al pensiero buddista che per primo utilizzò la parola omofona; ma Ukiyo, scritto con i kanji 憂き世 (mondo di sofferenza) indicava qui uno stato d'ascetismo che mirava all’atarassia e ad estraniarsi dai piaceri terreni, illusori e d'intralcio al raggiungimento dell’Illuminazione.

Il monaco Asai Ryōi (1612 - 1691) nel 1661, nel suo Ukiyo monogatari scherzosamente descriveva lo stile di vita dei suoi concittadini dediti ai piaceri temporanei...

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Pagine Zen 115

maggio / agosto 2018
Pagoda al tempio Kiyomizu di Kyoto - Foto di Aldo Tollini
Sommario
  • Buddhismo e arte nel medioevo giapponese
  • 精進 Shōjin
  • Otomi Dicerie su una geisha di Edo
  • Il Drago e la Fenice tra Cina e Giappone
  • Mettersi in viaggio Strani incontri lungo la Tōkaidō.
  • Il disegno giapponese Tra manga e comics (seconda parte di tre)
  • La ri-apparizione di Giovanni Battista Sidotti
  • Le lettere dal Giappone (1929) di Maria A. Loschi
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Mettersi in viaggio

Rossella Marangoni -
Mettersi in viaggio

Tutto iniziava all’alba, al Nihonbashi, il ponte del Giappone, nel cuore di Edo. Da lì partivano tutte le strade del Giappone di periodo Tokugawa (1603-1868) e di quelle strade la Tōkaidō (“strada del mare dell’est”), era la più importante: collegava infatti la capitale dello shōgun, Edo, alla capitale imperiale, Kyōto. Da lì arrivavano, oltre ai prodotti della fertile pianura del Kansai (allora chiamato Kamigata), gli inviati dell’imperatore, le ambascerie degli Olandesi e i grandi signori delle province occidentali che dovevano sottoporsi periodicamente alla pratica delle residenze alternate (sankinkōtai). Lungo la Tōkaidō i daimyō passavano e ripassavano con le loro sfarzose processioni, i loro ricchi equipaggiamenti adeguati al rango. Il seguito del feudatario era commisurato alla grandezza dei suoi possedimenti, giungendo fino a ventimila uomini, che tutti viaggiavano con regale solennità. A questo proposito converrà ricordare che durante il passaggio dei cortei dei daimyō, alcuni personaggi, reclutati sul posto, provvedevano a rammentare al popolino che doveva scoprirsi il capo e prosternarsi nella polvere al passaggio del signore e dei suoi vassalli…

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